l Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento.

Il Corpo e l’Anima: da Donatello a Michelangelo

dal 21 lug 2021 al 24 ott 2021
Castello Sforzesco

Protagonista della mostra è la figura umana, nel suo essere corpo e anima, nell’interpretazione innovativa data dagli scultori del Rinascimento

Il Corpo e l’Anima: da Donatello a Michelangelo

La mostra «Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento», al Castello Sforzesco di Milano dal 21 luglio 2021 al 24 ottobre 2021, si propone di utilizzare la scultura, in dialogo con le altre arti (pittura, disegni e altri manufatti) per evidenziare i principali temi che percorrono l’arte italiana nella seconda metà del Quattrocento.

L’esposizione illustra la scultura italiana del Rinascimento, che ha visto all’opera molti artisti resi “immortali” dai propri capolavori, primi fra tutti Donatello e Michelangelo (ma anche Tullio Lombardo, Bertoldo di Giovanni, Antonio Pollaiolo, Bartolomeo Bellano, Bambaia, Francesco di Giorgio Martini, Sansovino, Giovanfrancesco Rustici, Cristoforo Solari, ecc.).

Protagonista della mostra è la figura umana, nel suo essere corpo e anima, nell’interpretazione innovativa data dagli scultori del tempo.

Il corpo e l’anima non si contrappongono nella scultura del Rinascimento, ma al contrario i movimenti (le pulsioni) dell’anima sono rese visibili dall’attitudine dei corpi, così come il tormento fisico è finalizzato a commuovere lo spettatore.

Gli artisti interpretano questa caratteristica in tutta la sua ricchezza, rappresentando i corpi a riposo, in movimento, mentre stanno lottando, sognanti, evidenziando le emozioni dell’anima, tanto nell’ambito sacro che in quello profano, in un modo sia ferocemente espressivo che, al contrario, sublimemente dolce.


A partire dalla seconda metà del ‘400, la produzione artistica rinascimentale non si può più limitare al solo punto di vista fiorentino.

In un’Italia divisa politicamente da Venezia a Roma passando per Siena, Bologna, Padova, Mantova, Milano, Pavia, fioriscono stili differenti, portati da artisti di talento; molti di questi artisti geniali si spostano diffondendo il loro stile e le loro idee, confrontandosi tuttavia con le diversità delle tradizioni locali.

Innovazioni fiorentine e tradizioni locali - senza dimenticare l’influenza dell’arte cortese fiamminga e della Borgogna - si mescolano in ciascuno di questi focolai creativi, per dare il via a una straordinaria varietà di linguaggi artistici.

Articolata in quattro sezioni (Guardando gli antichi: il furore e la grazia, L’arte sacra: commuovere e convincere, Da Dionisio ad Apollo, Roma “Caput mundi”), la mostra accoglie più di 120 opere con prestiti provenienti dai più prestigiosi musei al mondo: dal Metropolitan Museum di New York, dal Musée du Louvre di Parigi, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, dal Museo Nacional del Prado di Madrid, dal Museo Nazionale del Bargello di Firenze, dal Victoria&Albert Museum di Londra, da “Her Majesty Queen Elizabeth II from the British Royal Collection”.

Il furore e la grazia costituiscono il primo grande tema trattato nel percorso. L’interesse per le composizioni complesse e per l’esasperazione dei movimenti del corpo diventa prevalente in numerosi scultori e verrà documentato attraverso opere di Antonio del Pollaiolo, Francesco di Giorgio Martini o Bertoldo, fino ad arrivare a Verrocchio, Leonardo e Gianfrancesco Rustici, mettendo in gioco sia la complessità della forza muscolare e le torsioni del corpo maschile sia l’effetto espressivo delle più intense passioni dell’anima. All’opposto, eleganti drappeggi permettono agli artisti di rivelare lo charme della figura umana, la cui leggerezza è messa in valore dal movimento di abiti e di veli, in una pratica di svelamento che arriva poi alla rappresentazione della grazia attraverso il nudo, sia femminile sia maschile.

Commuovere e convincere diventano le due parole chiave nella scultura religiosa: in seguito al lavoro compiuto da Donatello intorno al 1450, l’emozione e i moti dell’animo prendono posto al centro delle pratiche artistiche, nella volontà di toccare profondamente, persino violentemente
l’animo dello spettatore. E’ quindi un vero teatro dei sentimenti quello che si dipana in Italia settentrionale tra 1450 e 1520, in particolare nei gruppi di Deposizione del Cristo, come quelli di Guido Mazzoni in Emilia e di Giovanni Angelo del Maino in Lombardia. Questa ricerca del pathos religioso s’incarna anche nelle commoventi figure di Maria Maddalena o di san Gerolamo che fioriscono in Italia in questa stagione.

Tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento la riflessione instancabile sull’antichità classica si esprime nelle opere elaborate a partire dai grandi modelli classici come il Laocoonte o lo Spinario, muovendosi tra i due estremi dell’apollineo e del dionisiaco. Contemporaneamente a ciò
che avviene nell’ambito della pittura – si veda lo stile dolce di Perugino o del giovane Raffaello – la scultura sviluppa la ricerca di una nuova armonia che trascende il naturalismo dei gesti e dei sentimenti estremi: si verifica questo in modo particolarmente evidente in Veneto e in Lombardia
(con Riccio, l’Antico, il Moderno, Cristoforo Solari, Antonio Lombardo, fino a Bambaia), ma questa ricerca di bellezza espressiva s’incarna con uguale forza anche in Toscana (Jacopo Sansovino, Baccio da Montelupo, Andrea della Robbia).

A partire dalla fine del secolo, si ritorna a Michelangelo per trovare una sintesi formale che integri la conoscenza scientifica del corpo, l’ideale assoluto di bellezza e la volontà di superare la natura con l’arte, secondo un percorso che dal classicismo giovanile del Cupido attraverso il titanismo degli Schiavi del Louvre (a Parigi), approda all’ineffabile e al sublime della Pietà Rondanini (a Milano).
Promossa dal Musée du Louvre di Parigi, dal Comune di Milano|Cultura e dalla Soprintendenza del Castello Sforzesco, la mostra è curata da Marc Bormand, conservatore al dipartimento delle sculture, al Musée du Louvre, da Beatrice Paolozzi Strozzi, direttrice del Museo Nazionale del Bargello dal 2001 al 2014 e da Francesca Tasso, conservatrice responsabile delle Raccolte artistiche del Castello Sforzesco, ed è organizzata da Civita Mostre e Musei.

Un prestigioso catalogo scientifico edito in italiano e francese a cura di Officina Libraria accompagna la mostra.

Orari e location potrebbero variare: per gli ultimi aggiornamenti, fare sempre riferimento al link ufficiale dell'evento, cliccabile in fondo alla pagina.